Storia e Utilizzo della Farina di Kamut

La storia della scoperta del KAMUT è davvero particolare sembra infatti che questa pianta sia stata coltivata nel Montana da un agricoltore che ricevette 36 semi da un amico del figlio, un pilota americano che li aveva trovati in un sarcofago egiziano. Per questo il Kamut fu battezzato il grano del Re Touth.
Inizialmente non ebbe molto successo ma negli anni 70, Bob Quinn, agricoltore del Montana, selezionò una serie di semi e diede inizio ad un impero commerciale registrando il marchio Kamut.

Per migliorare la "nostra qualità" impieghiamo solo farina Kamut!

Il nostro locale, sempre all'avanguardia e alla ricerca della miglior qualità dei propri prodotti ha compiuto un ulteriore salto qualitativo mediante l'utilizzo, nella propria produzione di pizze e focacce, di farina di Kamut.

E' risaputo che la farina di Kamut da alcuni anni viene sempre più frequentemente utilizzata in moltissime ricette alimentari per sostituire la classica farina tradizionale, data anche la dolcezza del suo sapore.
Infatti la farina di Kamut, oltre ad avere un indice di sazietà assai elevato, è ben tollerata anche da chi soffre di intolleranze alimentari.

Non solo! Il suo indice di sazietà molto elevato ne consente un utilizzo anche nelle diete ipocaloriche ed inoltre il suo alto contenuto proteico la fa apprezzare anche nelle preparazioni della cucina vegetariana. Il Kamut è un valido alleato per diabetici, dietisti e atleti alla costante e continua ricerca di alimenti che non stimolino la secrezione di insulina e l'accumulo di grasso.

Attenzione! Chiunque può offrirTi i suoi prodotti lavorati a base di Farina di Kamut ma il segreto del prodotto che Ti viene offerto, perchè esso sia buono, fragrante e qualitativamente eccellente, dipende dalla sua lavorazione perchè trattandosi di una farina dolce e delicata deve essere "accuratamente lavorata" e dosata impasto per impasto. La Pizzeria al Canale lo GARANTISCE.


Pizza e Salute

La pizza è un prodotto gastronomico che ha per base un impasto di acqua, farina di frumento e lievito, lavorato fino a ottenere una forma piatta, cotto al forno e variamente condito.
Benché si tratti ormai di un prodotto diffuso in quasi tutto il mondo, la pizza è generalmente considerata un piatto originario della cucina italiana ed in particolar modo napoletana. Nel sentire comune, infatti, ci si riferisce con questo termine alla pizza tonda condita con pomodoro e mozzarella, ossia la variante più conosciuta della cosiddetta pizza napoletana.
La vera e propria origine della pizza è tuttavia argomento controverso: oltre a Napoli, altre città ne rivendicano la paternità. Esiste, del resto, anche un significato più ampio del termine "pizza". Infatti, trattandosi in ultima analisi di una particolare specie di pane o focaccia, la pizza si presenta in innumerevoli derivazioni e varianti, cambiando nome e caratteristiche a seconda delle diverse tradizioni locali. In particolare, in alcune aree dell'Italia centrale, viene chiamata "pizza" qualsiasi tipo di torta cotta al forno, salata o dolce e alta o bassa che sia.

La pizza napoletana è una pizza tonda dalla pasta morbida e sottile ma dai bordi alti (cornicione). Tale cornicione è dovuto dall'aria, che durante la fase di manipolazione del panetto si sposta dal centro verso l'esterno. Preparata con un impasto simile a quello per produrre il pane (non è ammesso nessun tipo di grasso nell'impasto), nella più stretta tradizione prevede solo due varianti per quanto riguarda il condimento:
Pizza marinara: con pomodoro, aglio, origano e olio di Oliva.
Pizza Margherita classica: con pomodoro, mozzarella di bufala campana DOP o mozzarella STG o fior di latte appennino meridionale a listelli, basilico e olio d'oliva.

La più celebre delle pizze, la pizza Margherita, contiene varie sostanze nutrienti: i carboidrati sotto forma di amido (nella farina), i lipidi vegetali dell'olio extravergine d'oliva e quelli animali della mozzarella di bufala o fior di latte, proteine animali (ancora dalla mozzarella).
Queste indubbie qualità non devono però far dimenticare che la pizza non è un alimento ipocalorico adatto a qualunque regime dietetico: una margherita del peso di 300 gr. dà un apporto di oltre 800 calorie peraltro molto sbilanciate a favore dei carboidrati (circa 75%).

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